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I ministeri cinesi delle finanze e del commercio hanno annunciato che Pechino contesterà i dazi di Trump presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e adotterà "misure di ritorsione" non specificate in risposta alla tassa che entrerà in vigore martedì.

La Cina ha evitato un’escalation improvvisa come quella avvenuta durante il primo mandato di Trump e ha mantenuto un tono più moderato nelle ultime settimane.

Sabato, Trump ha ordinato l'imposizione di dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico, e del 10% sulle merci provenienti dalla Cina, affermando che Pechino deve fermare il flusso di fentanyl, un oppioide letale, verso gli Stati Uniti.

Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato che la mossa di Trump "viola gravemente le regole del commercio internazionale" e ha invitato gli Stati Uniti a "impegnarsi in un dialogo aperto e rafforzare la cooperazione".

Presentare un ricorso presso l’OMC sarebbe in gran parte un’azione simbolica, simile a quella adottata dall’Unione Europea contro i dazi sulle auto elettriche cinesi.

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha affermato che Pechino ritiene che in una guerra commerciale non ci siano vincitori.

La reazione più forte della Cina domenica è stata sulla questione del fentanyl, un ambito in cui anche l'amministrazione di Joe Biden ha chiesto a Pechino di limitare le esportazioni di precursori chimici cinesi utilizzati per la produzione della droga.

Il Ministero degli Esteri cinese ha dichiarato: "Il fentanyl è un problema degli Stati Uniti. La Cina ha collaborato ampiamente con gli Stati Uniti nella lotta contro la droga e ha ottenuto risultati significativi."