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Il tribunale della Bosnia ed Erzegovina ha rimosso Dodik dall'incarico dopo averlo dichiarato colpevole di aver sfidato le decisioni dell'Alto Rappresentante.

Dodik è stato condannato a un anno di carcere, pena poi commutata in una multa, e ha ricevuto un divieto di attività politica per sei anni. Il caso ha scatenato una crisi politica durata mesi, considerata la peggiore dalla fine della guerra nell'ex Jugoslavia nel 1995.

Sostenendo il candidato dell'SNSD, Siniša Karan, Dodik ha dichiarato durante un comizio: «La volontà del popolo è la cosa più importante».

Ha inoltre criticato il governo a livello statale a Sarajevo, affermando che intende «distruggere» la struttura a maggioranza serba.

Dodik ha aggiunto: «Difendiamo la libertà della Repubblica Srpska, ne preserviamo la dignità; siamo noi a costruire la Repubblica Srpska e non permetteremo che gli investimenti si fermino. Siamo i garanti della stabilità e della sicurezza di ogni famiglia nella Repubblica Srpska».

Il candidato dell’opposizione dell’SDS, Branko Blanuša, ha incentrato la sua campagna sulle questioni di corruzione. Blanuša ha dichiarato: «Posso guardare negli occhi ogni cittadino della Repubblica Srpska, indipendentemente dalla sua fede o nazionalità».