Deniz polisinden Adalar çevresinde 'deniz taksi' denetimi

Al centro della discussione vi è il disaccordo su quanto severo debba essere l’accordo volto a ridurre l’uso globale dei combustibili fossili, principali responsabili del cambiamento climatico.

Il disaccordo contrappone gruppi di paesi, ma l’adozione di un accordo al vertice di due settimane richiede l’unanimità di tutte le 194 parti.

Delegati e osservatori presenti nella sala protetta dei negoziati riferiscono che le discussioni sono diventate estremamente difficili.

Osservatori e delegati riferiscono che i negoziati sono diventati molto ardui.

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e diversi paesi, tra cui il Regno Unito, desiderano che il vertice incoraggi misure più rapide e più incisive per ridurre l’uso dei combustibili fossili.

Ciò significherebbe portare avanti l’accordo firmato due anni fa alla COP28 di Dubai, che impegna i paesi ad «allontanarsi dai combustibili fossili».

La ministra francese dell’Ambiente Monique Barbut ha dichiarato che l’accordo «è bloccato da paesi produttori di petrolio come la Russia, l’India e l’Arabia Saudita, ma anche molti paesi in via di sviluppo si stanno unendo a questo blocco». Ha aggiunto: «Al momento non abbiamo più nulla».

Parlando ai giornalisti fuori dalla sala negoziale, il ministro britannico della Sicurezza Energetica e Zero Emissioni, Ed Miliband, ha affermato che il Regno Unito è determinato a mantenere «vivo» il proprio piano per ulteriori progressi riguardo ai combustibili fossili.

«È difficile, estenuante e frustrante. Ci sono enormi divergenze tra le posizioni», ha detto.

Italy News Agency Notizia 24

 

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